martedì 4 giugno 2013

Siamo tutti Fratelli di un'Italia Unita e Solidale

"Quest’anno vogliamo porre alla vostra attenzione un tema che consideriamo un’ importantissima scelta di civiltà che auspichiamo che l’Italia prenda al più presto. E oggi, 2 giugno Festa della Repubblica Italiana, questa scelta acquista un senso ancora più profondo e sostanziale. Il 2 giugno è la festa di chi si riconosce nella Costituzione che sancisce i diritti fondamentali al lavoro, all'istruzione  alla salute e il ripudio della guerra. L’art. 3 della nostra Costituzione riporta che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

L’Italia dal dopoguerra è molto cambiata e da qualche anno sta vivendo un intenso percorso sociale e culturale verso uno Stato sempre più multietnico. I diritti e i doveri quindi sono condivisi con altri cittadini, anche non italiani, che provengono da ogni parte del Mondo. Questi nuovi abitanti hanno trovato lavoro, cercato stabilità e creato una famiglia. Da qui l’arrivo di piccoli che nascono qui, iniziano a scoprire il mondo proprio dall’Italia e si formano socialmente e culturalmente con Rodari, Dante, Manzoni e Calamandrei. 

Siamo convinti che “cittadino” è chi partecipa e contribuisce alla vita e allo sviluppo di una comunità e questi bambini, insieme ai loro coetanei italiani, avranno il difficile, quanto bellissimo, compito di costruire il futuro dell’Italia. La scelta di civiltà che chiediamo è quella di riconoscere la cittadinanza italiana ai questi bambini e ragazzi che si riconoscono nei valori dell’uguaglianza, della libertà e del rispetto dei fondamenti della Costituzione. Saranno italiani non per discendenza, ma proprio perché l’Italia è il paese che i loro genitori hanno scelto per costruire una vita migliore, arrivando anche fin dall'altra parte del mondo. Perché questa scelta ha più valore di qualcosa che è solo frutto del caso, come nascere qui o altrove. Concedere la cittadinanza italiana significa riconoscere a questi giovani un’identità, l’appartenenza allo Stato Italiano con in più la ricchezza di origini nuove e diverse. Questa è una scelta di inclusione, sociale, culturale e civile. Vorremo poter dire presto che tutti questi ragazzi sono come noi Italiani, nostri concittadini a pieno titolo. Noi siamo già convinti che loro siano italiani, ma ora bisogna riconoscerlo in tutta la sua straordinaria rivoluzione di civiltà".

Intervento letto durante la Festa dei Popoli. Bernareggio, 2 giugno 2013